Project
KYUA
Kintsugi is a Japanese technique. Or rather, a metaphor.
Normally applied to ceramics, kintsugi is used to adjust an object using a gold mixture.
The joints created with this kind of intervention end up ennobling the damaged artefact, giving it a new life, imbued with preciousness and beauty.
After having come up against the difficulties of existence, it is in the appreciation of fragility that one finds a renewed form of identity.
Kintsugi is, as a matter of fact, a cure (kyua, in Japanese), a transformation, a metamorphosis of pain and fracture: a labor of love dispensed, here, to two archive photographs.
Intentionally anonymous images, used to overcome any egocentric drift and look with empathy at a universal fate. These two women might resemble each other, but they do not know each other.
They have simply lived.
Their face is also ours and conveys a deep and common dignity, a pride that can be found even as they consciously display scars covered in gold.
Photographs applied on glass with gold pigment inserts, 20×30 cm.
Il kintsugi è una tecnica giapponese. Anzi, una metafora.
Normalmente applicata alla ceramica, il kintsugi è impiegato per aggiustare un oggetto, attraverso un impasto d’oro.
Le giunture che si creano con questo tipo di intervento, finiscono per nobilitare il manufatto danneggiato, donandogli una nuova vita, permeata di preziosità e bellezza.
È nella valorizzazione della fragilità, che si ritrova una rinnovata forma d’identità, dopo essersi scontrati con le difficoltà dell’esistenza.
Il kintsugi, infatti, è una cura (kyua, in giapponese), una trasformazione, una metamorfosi del dolore e della frattura: un atto d’amore dispensato, qui, a due fotografie d’archivio. Immagini volutamente anonime, utilizzate per superare ogni deriva egocentrica e guardare con empatia a una sorte universale. Queste due donne si somigliano, forse, ma non si conoscono e non ci conoscono.
Sono semplicemente vissute.
Il loro volto è anche il nostro e tramanda una dignità profonda e comune, una fierezza che si ritrova anche nel momento in cui, con consapevolezza, esibisce cicatrici rivestite d’oro.
Fotografie applicate su vetro con inserti di pigmenti oro, 20×30 cm.